Ogni fine settimana un piccolo gruppo di volontari si reca nei boschi o nei luoghi di caccia della campagna romana con lo scopo di arrecare, in modo assolutamente pacifico, maggior disturbo possibile
all'ignobile attività dei cacciatori. Soli ed emarginati, ingenui od ottusi, questi individui non si rendono conto che rimanendo a parlare con noi del più e del meno, lasciano trascorrere minuti o intere ore nelle quali nessun animale viene da loro ucciso e nessuno sparo si ode nell'aria. E' vero, noi già dopo pochi secondi abbiamo le orecchie sanguinanti e siamo disgustati dalle argomentazioni che le loro menti riescono ad "elaborare", ma teniamo duro lo stesso ed aspettiamo impazienti che la loro giornata di caccia volga al termine felici poi di "riaccompagnarli" verso le loro jeep.
lunedì 24 dicembre 2018
mercoledì 19 dicembre 2018
Sardegna: campo antibracconaggio 2018
Anche quest'anno abbiamo aderito al campo antibracconaggio organizzato dalla Lega Abolizione Caccia nella Sardegna meridionale.
La campagna si svolge in due periodi, uno – appena concluso – a dicembre e il secondo a febbraio 2019.
In questa prima fase abbiamo perlustrato aree finora non battute,
dove, sulla base di segnalazioni ricevute durante i tanti anni di
operato e sulle potenzialità faunistiche, potevano riscontrarsi
fenomeni di bracconaggio: il massiccio dei Sette Fratelli e il basso Campidano.
In poco meno di una settimana di ricerca sono stati individuati almeno due siti dove è risultata evidente la presenza pregressa di uccellagione con l’utilizzo di reti e trappole metalliche, attività illegale che, al momento e a causa del limitato passaggio di uccelli migratori, non è risultata in corso.
Durante una verifica nell’area del parco naturale regionale di Gutturu Mannu, sono state neutralizzate oltre 150 trappole per avifauna (latziteddus, lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi, nonchè “armature metalliche” predisposte per il posizionamento dei lacci da albero e trappole a scatto posizionate a terra) e un centinaio di trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e cinghiali).
Il bracconaggio è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale (si stimano un centinaio di bracconieri “fissi” + circa duecento “occasionali”nella sola Capoterra). Il giro di affari è di sensibili dimensioni: basti pensare che una sola griva (spiedo di 8 tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio.
Dai riscontri anche diretti, tuttavia, il fenomeno del bracconaggio appare in forte diminuzione, grazie anche alla complessiva azione di contrasto da parte delle Forze dell’ordine, sostenuta dalle associazioni ecologiste.
La campagna si svolge in due periodi, uno – appena concluso – a dicembre e il secondo a febbraio 2019.
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trappola a terra per avifauna |
In poco meno di una settimana di ricerca sono stati individuati almeno due siti dove è risultata evidente la presenza pregressa di uccellagione con l’utilizzo di reti e trappole metalliche, attività illegale che, al momento e a causa del limitato passaggio di uccelli migratori, non è risultata in corso.
Durante una verifica nell’area del parco naturale regionale di Gutturu Mannu, sono state neutralizzate oltre 150 trappole per avifauna (latziteddus, lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi, nonchè “armature metalliche” predisposte per il posizionamento dei lacci da albero e trappole a scatto posizionate a terra) e un centinaio di trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e cinghiali).
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cavo di sostegno per rete |
Il bracconaggio è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale (si stimano un centinaio di bracconieri “fissi” + circa duecento “occasionali”nella sola Capoterra). Il giro di affari è di sensibili dimensioni: basti pensare che una sola griva (spiedo di 8 tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio.
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