cappi aerei per la cattura di avifauna |
Una quindicina di
volontari della Lega Abolizione Caccia ha condotto la diciottesima
campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano che ha portato, nonostante
giorni di tempo incerto, alla neutralizzazione di oltre 1.700
trappole per avifauna (latziteddus,
esattamente 305 lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi, oltre
un migliaio di “armature metalliche” predisposte per il posizionamento dei
lacci da albero, e 387 lacci a scatto posizionati a terra), 1 rete per l’uccellagione e ben 81 trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la
cattura di cervi e cinghiali).
cinghiali trovati morti nelle trappole |
Dalle trappole per gli ungulati è stata liberata e
reintrodotta in natura una femmina di Cinghiale (Sus scrofa meridionalis) nei pressi della riserva naturale WWF di
Monte Arcosu, mentre sono stati rinvenuti due esemplari di Cinghiale deceduti.La campagna
ha visto, come di consueto, la partecipazione di tenaci volontari locali e giunti da varie parti d’Italia con l’obiettivo di bonificare quanti più
boschi e zone di macchia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai
bracconieri.
Numerose le aree
battute, decine di sentieri, nei boschi
e nelle macchie mediterranee di Capoterra,
Uta, Assemini, Santadi, Sarroch, in particolare nelle zone di
Gutturu Mannu, Monti Mannu, S’Arcu de su Schisorgiu, Poggio dei Pini, Rio S.
Girolamo, Santa Barbara, Monte Arcosu.
Tutti i mezzi vietati per
l’attività venatoria e gli esemplari di fauna morta recuperati dai volontari
della L.A.C. sono stati consegnati al Corpo
forestale e di vigilanza ambientale presso il comando Stazione di Capoterra
quali corpi di reato.
In alcune occasioni sono
stati trovati sul posto bracconieri,
fra i quali – lungo la strada provinciale n. 1 “Capoterra – Santadi” – R.P.,
bracconiere già destinatario della misura di prevenzione “foglio di via” e più volte segnalato
all’Autorità giudiziaria per ipotesi di reato ambientali.
Negli stessi giorni sono state
svolte “visite” presso i mercati
cagliaritani di San Benedetto e
di Via Quirra, per verificare la
presenza di vendita abusiva di avifauna
proveniente da attività illecite, fortunatamente senza alcun esito.
cappio per cattura cinghiali |
trappola a terra per avifauna |
Il bracconaggio
è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale (si
stimano un centinaio di bracconieri “fissi” + circa duecento “occasionali”
nella sola Capoterra). Il giro di affari è di sensibili dimensioni:
basti pensare che una sola griva (spiedo di 8 tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato
illegale un centinaio di euro al dettaglio. Tuttavia fra i principali “fruitori” finali del bracconaggio sembrano proprio
essere alcuni noti ristoranti del cagliaritano nei confronti dei
quali appaiono necessarie ispezioni senza preavviso. Da non tralasciare il controllo, nel periodo delle
festività natalizie, dei mercati pubblici.
Dai riscontri anche
diretti, tuttavia, il fenomeno del
bracconaggio appare in sensibile diminuzione.
volontaria in azione |
Follìa, poi, è anche
solo l’ipotesi di una legalizzazione del
bracconaggio, dell’uccellagione
in particolare, recentemente nuovamente avanzata da cacciatori e amministratori
locali di Capoterra e duramente contrastata da
parte ecologista.
La caccia di frodo
è, infatti, un reato contravvenzionale punito dalla legge n. 157/1992
e s.m.i. con sanzioni penali (art. 30) e con sanzioni amministrative (art. 31),
nonché dalla legge regionale Sardegna n. 23/1998 e s.m.i. (art. 74).
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