Fine
del campo antibracconaggio sull’isola di Ponza. Finalmente la maggior
parte degli uccelli migratori sono arrivati nei luoghi di riproduzione e
per un po’ di tempo non voleranno più su Ponza, l’isola più bella delle
pontine. Per più di un mese, alternandosi in gruppi successivi, i
volontari della LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) e del CABS (Committee against bird slaughter) hanno
vegliato sul viaggio di tortore, quaglie, codirossi, luì, rigogoli e
usignoli permettendo a decine di migliaia di esemplari di arrivare salvi
ai siti di nidificazione. E attraverso le verifiche sul campo hanno
permesso al Corpo Forestale dello Stato di individuare e denunciare 6
bracconieri: troppi in un’isola di dimensioni così limitate. I nostri
volontari sono stati insultati, ripetutamente seguiti e addirittura
controllati da sentinelle che stazionavano sotto il loro
alloggio nelle ore notturne, per segnalare agli sparatori e ai
trappolatori i loro spostamenti sul territorio. Hanno cercato di
prendersi gioco di noi sparando petardi e pensando che scambiassimo i
botti per fucilate (anche se queste ultime non sono mancate). Hanno
stigmatizzato la nostra attività accusandoci ingiustamente di voler
uccidere l’industria turistica locale, strumentalizzando il nostro
lavoro con finalità meramente politiche.
Ricordiamo
che Ponza rappresenta una tappa importantissima per gli uccelli
migratori, i quali giungono numerosissimi e stremati sull’isola nei
giorni di passo più intenso. La maggior parte
degli abitanti ormai non tollera più l’arroganza dei bracconieri e un nostro
intervento di sensibilizzazione nelle scuole ci ha permesso di
immaginare un futuro non troppo lontano libero, almeno qui, dalla caccia
di frodo e dall’uccellagione.