La missione conclusa nella piccola isola
tirrenica di Ponza ha permesso di offrire ad uno sterminato,
spettacolare esercito di migratori grandi e piccoli, una migrazione tranquilla così come dovrebbe
essere naturalmente. Una «stazione di servizio» (quasi) sicura durante
la migrazione di ritorno al Nord, nella quale riprendere forza dalle
folli fatiche del viaggio senza dover fare i conti con trappole, reti e
fucilate fuori stagione.
Lo scenario a tratti fantastico vissuto dai
volontari, provenenti da tutta Italia, che si sono alternati per
settimane nella vigilanza delle zone a rischio di Ponza (e quest’anno
anche di Palmarola) è stato animato per fortuna solo da qualche sparo, e
da una «cascata» quasi continua di Luì verdi e Pigliamosche; Falchi
pellegrini e Albanelle; Averle e Verzellini; Gruccioni e Rigogoli;
Culbianchi e Ballerine: una quarantina di specie e poche trappole ad
accoglierle. Grazie al lavoro di bonifica effettuato dal Cabs in
collaborazione con il Corpo forestale di Latina sono state identificate e
denunciate 3 persone per un totale di 38 trappole nelle quali sono
stati rinvenuti esemplari di Codirosso spazzacamino e Pettirossi, mentre
nella rete trovata su segnalazione, sono stati morti Usignoli,
Verzellini, Upupa e Pettirossi, e non sono mancati i ritrovamenti di
cartucce nuove a testimoniare gli spari sentiti durante i nostri
presidi.
Il nostro presidio del territorio è stato continuo,
come sempre concentrato nelle «zone rosse» della Piana d’Incenso e di
monte Guardia, la verifica fatta anche sul territorio di Palmarola ha
permesso di constatare che l’assenza di vigilanza è una condizione di
cui i bracconieri approfittano immediatamente. Nell’isola quasi
disabitata, alle prese con più di un abuso edilizio, abbiamo trovato i
resti inequivocabili di caccia fuorilegge, rappresentati da cumuli di
spiumate di specie protette.
Ponza è bellissima, ma la sua parte oscura è ancora
ben presente, rappresentata da un mare di bossoli, che i volontari ogni
anno raccolgono, che crea una oscena «fioritura» colorata in ogni
stagione e dai movimenti dei bracconieri (alcuni non hanno rinunciato
neanche questa volta agli atteggiamenti intimidatori) impegnati nel
controllo continuo dei nostri movimenti; certamente alla ricerca del
momento giusto per estrarre il fucile da un nascondiglio e fare fuoco.
Cresce però la consapevolezza di molti isolani,
un'incontro con il sindaco di Ponza ha dato modo di far compredere che
la presenza dei volontari non e’ provocazione ma e’ per proteggere le
bellezze dell'isola, e far rispettare la legge, perchè sopravvive ancora
l’usanza di mangiare piccoli uccelli a Pasqua.
Il sindaco ha garantito che riapriranno i sentieri
da trekking per consentire ai turisti di visitare e vedere le bellezze
nascoste di un'isola che merita di essere tutelata da pochi sparatori
repressi. Molti ponzesi sono consci della necessità di cambiare
integralmente registro pensando finalmente a un turismo naturalistico e
compatibile che parta proprio dallo spettacolo eterno della migrazione. Dall'anno prossimo la Lac organizzerà un viaggio naturalistico unico con
guide speciali: i volontari che da anni conoscono Ponza nei lati più
belli e regalano ai turisti la bellezza della migrazione. Noi ci siamo
stati e ci saremo ancora; fino a quando l’orizzonte del popolo migratore
non sarà sgombro.